Il riconoscimento dei diplomi degli Insegnanti di Yoga in Italia

Diploma Riconosciuto - Raftel -it.vecteezy.comIn Italia la figura dell’Insegnante di Yoga (così come altre figure relative al mondo “olistico” – es. l’operatore shiatsu, il massaggiatore ayurvedico, il naturopata, etc. etc.) non è al momento riconosciuta legalmente, così come avviene invece per altre “professioni” (medici, psicologi, ingegneri, architetti etc.) per le quali esistono specifiche “…istituzioni di autogoverno riconosciute dall’art. 1, d.lgs.lgt. 382/1944 – Corte Cost. 284/86 – aventi il fine di garantire la qualità delle attività svolte dai professionisti” così, agli ordini professionali così definiti, “…lo Stato affida il compito di tenere aggiornato l’albo e svolgere le funzioni disciplinari (codice deontologico), tutelando la professionalità della categoria” (i c.d. “ordini professionali”).

    Per colmare questo vuoto legislativo si stanno al momento percorrendo diverse strade indipendenti tra loro: da una parte, anche e soprattutto a tutela degli utenti di tali servizi, le singole Regioni stanno cercando di regolamentare le attività e i campi di intervento delle figure professionali ancora non normate, dall’altra sono nate e nascono singole Associazioni che al loro interno raccolgono iscritti che rispondono ai requisiti che loro stesse definiscono (si spiega così la presenza di molteplici “albi” anche per la stessa disciplina).

    Una “terza via” è quella di cui si fanno carico gli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI (”…associazioni o società sportive che hanno come scopo statutario la promozione e l’organizzazione di attività fisico-sportive con finalità ludiche, ricreative e formative…”): definendo loro stessi degli specifici criteri riguardo la formazione dell’operatore di una particolare disciplina e attraverso Scuole che sottoscrivono tali criteri (monte ore, materie di insegnamento etc.), sono in grado (in virtù del riconoscimento del CONI) di offrire delle precise garanzie rispetto alla titolarità del singolo che opera in virtù del titolo che l’Ente stesso riconosce – garanzie a tutela della salute e dell’incolumità dell’utente, che così può affidarsi a chi ha seguito un iter formativo ben definito, essendo poi punto di riferimento per altri Enti pubblici (Scuole di ogni ordine e grado, ASL etc.) e privati (Centri Sportivi, Palestre etc.) nella selezione di operatori per le aree di loro interesse (si consideri che particolarmente gli Enti pubblici tendono solitamente, in assenza di un Ordine Professionale, ad avere come interlocutori privilegiati soprattutto gli operatori in possesso di un titolo riconosciuto da un Ente affiliato al CONI).

    Nel pratico, sintetizzando il concetto, un titolo o diploma offerto da un’Associazione a se stante è di fatto “auto-referenziale” (“io-Associazione ho offerto il Corso, io-Associazione lo riconosco e lo certifico): in tal caso si può solo sperare che l’iter formativo definito dalla stessa sia adeguato alla disciplina e che quanto realmente offerto corrisponda in toto a quanto è stato pubblicizzato (va da sé che, se così non fosse, andrebbero considerati profili etici e legali che non sono oggetto di questo articolo).

    Diversamente, il titolo offerto da una Scuola riconosciuta (non semplicemente “affiliata”) da un Ente di Promozione Sportiva è sia “auto-referenziale” che validato e certificato dall’Ente cui questa aderisce (oltre a eventuali altri riconoscimenti o rapporti che l’Associazione ha con altre Associazioni private).

    Preso atto di ciò, esiste un’Ente di Promozione Sportiva migliore di un altro – e di conseguenza una Scuola migliore di un’altra cui affidare la propria formazione?

    La risposta non è così immediata: posto che il nostro Gruppo collabora in modo costruttivo da anni con C.S.A.In. (che con il suo Istituto di Formazione rilascia diplomi riconosciuti in ambito sia pubblico che privato), ogni Ente di Promozione Sportiva ha la sua storia e le sue peculiarità e, rispetto a queste, ognuno può orientare meglio la propria scelta. Oltre alla distribuzione più o meno capillare sul territorio nazionale, al numero di tesserati e ai servizi offerti agli affiliati (assicurazioni, convenzioni), un ulteriore aspetto di indubbia utilità nell’ottica di una scelta può essere rappresentato dai “riconoscimenti istituzionali” che ciascun Ente ha nel tempo concluso con altre realtà specifiche (Ministeri, altri Enti Pubblici etc.), riconoscimenti che potrebbero favorire un accesso agevolato quando si andrà ad interagire con esse (es. avendo intenzione di operare all’interno delle scuole pubbliche, può rappresentare un indubbio vantaggio possedere un titolo riconosciuto da un Ente che abbia a sua volta un riconoscimento dal MIUR etc.).

     Il tutto, si è poi complicato a causa dell’estromissione dello Yoga dall’elenco delle discipline riconosciute dal CONI (2016): cosa ne è quindi di quelle Associazioni e di quegli insegnanti che per anni hanno operato dando un innegabile contributo alla diffusione capillare di questa pratica millenaria? Sono passati diversi anni e, malgrado diverse promesse pubbliche da parte dei vertici del CONI (anche a seguito di una petizione lanciata per denunciare le criticità della decisione presa), ancora oggi non sono arrivate risposte definite e attuabili: molti hanno preferito lasciare questa attività, i più “grandi” hanno optato per un regime fiscale che equipara ogni loro attività a un’attività commerciale (soluzione assolutamente impraticabile e insostenibile per associazioni medio-piccole e insegnanti free-lance), altri hanno integrato la loro offerta didattica offrendo anche altre discipline vicine all’idea di benessere che lo Yoga incarna (es. vari tipi di “ginnastiche”, essendo la “Ginnastica finalizzata al Benessere e al Fitness” una delle discipline riconosciute dal CONI).

    Quest’ultima opzione ha avuto un effetto anche sul discorso dei “Diplomi riconosciuti”: abbiamo assistito alla nascita di un nuovo “mercato”, dei “Diplomi riconosciuti dal CONI”. È così che, come in ogni ambito umano, accanto a chi opera con coscienza c’è anche chi specula e usa questo vuoto normativo per far pagare a carissimo prezzo corsi e stage “di aggiornamento” dai contenuti formativi davvero discutibili, i cui diplomi/certificati (talvolta ottenuti dopo poche ore di corso – minima spesa, massima resa per chi organizza), al di là della “formula”  non fanno che offrire all’iscritto un attestato che non è più per “Insegnanti di Yoga” ma che è relativo a una disciplina riconosciuta dal CONI che sia “affine” allo Yoga (“Ginnastica – metodo Yoga”, “Istruttore Ginnastica-Yoga” etc.).

    Tutto ciò riporta a una domanda già emersa in precedenza: quale Scuola e/o Ente di Promozione Sportiva è da preferire? Il consiglio è quello di informarsi in maniera molto accurata prima di scegliere (magari anche con l’aiuto di conoscenti e/o amici e/o professionisti più esperti di noi): impiegare del tempo per confrontare cosa viene offerto, a quali condizioni e a quali prezzi è la via più sicura per limitare al massimo rischi di cadere in mani “sbagliate”.

Sujan Singh
(Insegnante di Kundalini Yoga Diploma I e II Livello KRI-IKYTA e
Istruttore certificato Diploma I e II Livello CONI-C.S.A.In.)